Sei un imprenditore associato a Confartigianato?

Sei un imprenditore associato a Confartigianato?

Sei un imprenditore associato a Confartigianato?

Grazie alla partnership tra Vodafone e Confartigianato, per le imprese associate diventa più semplice e più conveniente accedere alle migliori tecnologie disponibili e differenziarsi dalla concorrenza valorizzando il proprio lavoro ed il rapporto con i clienti.

👉 GRUPPO AURA, incaricato da Vodafone come referente nazionale di questa importante partnership, è già attivo su tutto il territorio italiano per affiancare le imprese associate, offrendo supporto e garantendo l’accesso ad offerte esclusive sui servizi Vodafone per rete fissa, mobile e soluzioni digitali.

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Partnership Confartigianato

Partnership Confartigianato

Gruppo Aura è stato incaricato da Vodafone come referente nazionale della partnership con Confartigianato Imprese.
 
La collaborazione, atta a favorire il business delle imprese, consente agli associati di accedere alle migliori tecnologie disponibili e differenziarsi dalla concorrenza.
 
Siamo orgogliosi di aver ottenuto un simile attestato di stima e pronti ad affiancare e supportare le imprese associate per affrontare con successo le sfide dettate da scenari competitivi in continua evoluzione.
 
Le nostre soluzioni dedicate sono semplici, convenienti e competitive e garantiscono: – Accesso alle migliori tecnologie disponibili, per differenziarsi dalla concorrenza – Condizioni commerciali dedicate atte a valorizzare il proprio lavoro ed il rapporto con i clienti – Vasta gamma di offerte e strumenti a disposizione, per essere sempre più competitivi sul mercato
Per informazioni:
Roadshow 2022 Vodafone Business

Roadshow 2022 Vodafone Business

La scorsa settimana si è tenuto il 𝗥𝗢𝗔𝗗𝗦𝗛𝗢𝗪 𝟮𝟬𝟮𝟮 con tutte le aree vendita di Vodafone Italia. 
Gruppo Aura si è distinta ancora una volta come partner d’eccellenza di Vodafone Business, collezionando tanti riconoscimenti che confermano il grande impegno e la professionalità di tutta la squadra.
Inventing Tomorrow - Convention Aura 2022

Inventing Tomorrow – Convention Aura 2022

Dal 22 al 24 settembre si è tenuta la nostra Convention annuale, nella splendida cornice del villaggio Baia Samuele, a Sampieri. 
Sono stati giorni di grandi emozioni, tra passato, presente e futuro, con ospiti speciali e attività entusiasmanti.
 Una convention che è stata anche l’occasione per festeggiare i venticinque anni di attività. L’intervento del nostro ospite d’eccezione, il ct della Nazionale maschile di pallanuoto Alessandro Campagna, e di tutti i partner presenti, ha contribuito a rendere l’evento indimenticabile. E’ stato un momento importante di unione e aggregazione, utile anche per celebrare i successi di tutto il team e condividere la strategia di Gruppo Aura per il futuro!
Incentive Trip Aura 2022 Ibiza Will Dance Again

Incentive Trip Aura 2022: Ibiza – “Will Dance Again”

Sole, mare, posti incantevoli e tanto divertimento. E’ questa la sintesi del bellissimo viaggio ad Ibiza con cui Aura ha premiato alcune tra le sue risorse più brillanti. Un’esperienza indimenticabile ed un importante momento di condivisione e consolidamento dello spirito di gruppo.
Convention Vodafone - Gli Inarrestabili

Convention Vodafone “Gli Inarrestabili”

Gruppo Aura ha partecipato lo scorso weekend alla Convention Vodafone “𝗚𝗟𝗜 𝗜𝗡𝗔𝗥𝗥𝗘𝗦𝗧𝗔𝗕𝗜𝗟𝗜”. L’ evento di Amsterdam è stato come sempre un’ importante occasione di confronto: un vero e proprio ritorno alla normalità, che ci ha permesso di rincontrarci tutti insieme per condividere traguardi raggiunti e nuove sfide.
Il Team di Aura cresce

Il Team Aura cresce e si consolida

Gruppo Aura inaugura il nuovo anno con l’ingresso nel team di 4 nuovi manager che andranno a gestire alcune importanti filiali sul territorio Nazionale: Maurizio Drago: la personalità più importante delle Telco in Puglia, fondatore della DM Com, prima agenzia di Omnitel del Sud Italia, si unisce al team di Aura portando con sé 25 anni di esperienza nel settore. Federico Buscari: figura di riferimento per Tim Business sul Sud Italia,  arriva in Aura dopo 20 anni da leale avversario e con innumerevoli riconoscimenti ottenuti sul campo Mario Demelas: top performer delle Telco che ha avuto la capacità di dimostrare il suo valore in varie aree territoriali e in diversi ambiti, sia business che consumer. David Tiralongo: spirito di sacrificio, altruismo e gioco di squadra i suoi elementi distintivi e che lo hanno spinto al grande ritorno in Aura per ripartire verso nuove entusiasmanti sfide da vincere insieme.                                 Andrea Ragusa Ceo & Founder di Aura, spiega la nuova vision e dà il benvenuto ai nuovi colleghi:
“Il 2021 sarà un anno di sfide che avrà bisogno di team forti e strutturati, un anno dove saremo tenuti a migliorare ulteriormente le nostre performance qualitative, seppure in un contesto economico molto complesso. Le competenze e l’esperienza del team di Gruppo Aura, che si accinge l’anno prossimo a festeggiare i 25 anni nel settore, unito ai nuovi manager, concorreranno al proseguimento del nostro percorso di crescita, come player di riferimento nel mercato delle vendite indirette in Italia.”
Rete Unica

Quel pasticciaccio brutto della rete unica

Per comprendere la portata e la complessità del tema “rete unica” non si può prescindere dalle opinioni, più o meno autorevoli, che in questi mesi, come il più classico dei tormentone estivi, abbiamo letto e ascoltato un po’ ovunque, tenendo sempre bene a mente una cosa, però: queste dichiarazioni spesso sono espressione degli interessi delle diverse parti in gioco (TIM, Open Fiber, i diversi OLO, l’AIIP, Infratel, Sky, gli operatori FWA, i costruttori di rete attiva o passiva) e andrebbero separate dai fatti.

Rete unica: l’opinione degli esperti

Nick Read (CEO Vodafone Group): Con la fusione della rete Tim con Open Fiber si torna “a un modello di monopolio fallito che non può essere positivo né per la concorrenza né per gli investimenti. Inoltre viola quattro decenni di politica antimonopolistica e il diritto dell’Unione europea”. Aldo Bisio (CEO Vodafone Italia) “La rete unica in Italia l’abbiamo avuta per 30 anni. Operata da un unico soggetto. E onestamente non è stato un modello di grande successo” Jeffrey Hedberg (CEO WindTre): «Rete unica? Sì, ma con modello wholesale only» Giuliano Peritore (presidente AIIP: associazione italiana internet provider): «Il progetto di rete unica, per come viene illustrato, sembra un ritorno al monopolio; non si pone particolare attenzione alle condizioni regolamentari per tutelare la concorrenza e la parità di accesso al mercato». Franco Bernabè: “Non è scontata la creazione della rete unica. Il via libera politico non basta” Giovanni Farese (professore associato di Storia dell’economia nell’Università Europea di Roma) “Siamo sicuri che, di fronte a interessi strategici, la soluzione migliore consista nell’affidare il controllo della rete unica all’incumbent, l’ex monopolista pubblico, a cui andrebbe, almeno nello schema che si profila, la maggioranza della nuova società?” Elisabetta Ripa (CEO Open Fiber): “La rete unica? Non serve al paese: bloccherebbe gli investimenti”. Fabrizio Davide (docente di Tlc dell’università UNINETTUNO): “Ritorno al monopolio? C’è già ed è in capo a Open Fiber” Salvatore Rossi (Presidente TIM): «Rete unica motore di crescita, ma la maggioranza spetta a Tim» Rete unica: cui prodest?
  • TIM: il primo (in termini di infrastrutture) operatore italiano di rete fissa ha un solo ed unico obiettivo: comprare Open Fiber, il secondo operatore, titolare della più grande rete in fibra ottica, quello che si è aggiudicato i tre bandi pubblici Infratel per realizzare l’infrastruttura in fibra nelle cosiddette aree bianche. Questo garantirebbe a TIM il pieno controllo dell’accesso alla rete.

  • Open Fiber: per metà dello stato, attraverso CDP (Cassa Depositi e Prestiti) e per metà di ENEL, punta a preservare la sua indipendenza e soprattutto il suo modello di business: wholesale only. “L’unico modello (secondo Open Fiber) in grado di garantire l’accesso alla rete in forma neutrale e non discriminatoria a tutti gli operatori, che ne sono clienti e non concorrenti, con evidenti benefici per i consumatori in termini di pluralità e ricchezza dei servizi disponibili”.

  • Vodafone e altri OLO Vodafone, attraverso le parole del suo CEO, Aldo Bisio, si è detta contraria alla rete unica in quelle aree dove oggi c’è una sana concorrenza. “L’Italia è divisa in tre. Esistono le aree “nere” con 9,5 milioni di abitazioni. Qui nei fatti c’è una concorrenza infrastrutturale e mi sento di dire che non ci debba essere nessuna azione volta a mutare una competizione che ha portato livelli di qualità e servizio migliori e concorrenza sui prezzi. Accanto a queste però c’è il tema, importantissimo e forse sottovalutato, delle aree “grigie”. Parliamo di circa 12 milioni di abitazioni in gran parte coperte con rete ibrida in rame e fibra Fttc. Credo che il Paese con urgenza debba porsi l’obiettivo di portare le reti ibride misto rame-fibra a essere reti pienamente in fibra con tecnologia Ftth. L’emergenza ha dimostrato che le tecnologie ibride, asimmetriche, non sono a prova di futuro, nemmeno prossimo. Per farlo noi siamo anche d’accordo sul fatto che la rete non debba essere duplicata. Quindi rete unica sì, ma non con un unico soggetto che governi questa rete”.
  • Sky: ha un atteggiamento ambivalente: è favorevole al modello wholesale only di Open Fiber se parliamo di infrastrutture e servizi. Ma sul tema servizi più contenuti sposa il modello verticale perché più conveniente al suo modello di business.

  • Costruttori di rete: beh, come ben argomentato da Roberto Opilio su CORCOM, loro giustamente fanno il tifo per una competizione infrastrutturale che duri il più a lungo possibile.

Ma cosa è meglio per il Paese?

Il mix suggerito dal CEO di Vodafone (andare su rete unica solo nelle aree bianche e con un arbitro imparziale a gestire questa strategia) credo rappresenti, a mio modo di vedere, la formula vincente per scalare rapidamente quelle posizioni che vedono l’Italia sempre in fondo alle classifiche sulla banda larga. Immaginate cosa sarebbe successo con un’unica infrastruttura di rete mobile in mano ad un unico soggetto. Accettare la competizione sulla rete fissa tra i diversi modelli di business e le diverse tecnologie significa creare maggiori opportunità di cooperazione e di crescita per tutti i soggetti in campo, cosa che ci permetterà di rispondere velocemente alle esigenze di connettività del Paese, urgenti più che mai soprattutto ora. Fonti:

https://www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_09.09.2020_13.34_28210282

https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/banda-ultralarga/bisio-vodafone-nelle-aree-grigie-consorzi-di-operatori-per-spingere-la-fibra/

https://www.ilsole24ore.com/art/hedberg-windtre-molto-favorevole-rete-unica-ma-modello-wholesale-only-ADxReWu

https://businessschool.luiss.it/news/aiip-la-rete-unica-sembra-un-ritorno-al-monopolio-tutelare-la-concorrenza/

https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2020/08/30/news/bernabe_non_e_scontata_la_creazione_della_rete_unica_il_via_libera_politico_non_basta_-265869357/

https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/banda-ultralarga/rete-unica-tlc-farese-evitare-pasticciaccio-brutto-effetti-anche-su-altri-paesi/

https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/ripa-la-rete-unica-bloccherebbe-gli-investimenti/

https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/banda-ultralarga/rete-unica-tlc-fabrizio-davide-ritorno-al-monopolio-ce-gia-ed-e-in-capo-a-open-fiber/

https://www.corriere.it/economia/finanza/20_settembre_19/rete-unica-motore-crescita-ma-maggioranza-spetta-tim-dfa6ed1e-fa54-11ea-9c3c-4051dd36a798.shtml
Coronavirus, Gruppo Aura: niente soluzioni fai-da-te per la temperatura dei dipendenti

Coronavirus, Gruppo Aura: niente soluzioni fai-da-te per la temperatura dei dipendenti

Per la rilevazione della temperatura a dipendenti, fornitori e visitatori, le imprese dovranno e potranno dotarsi di sistemi automatici, purché questi rispettino le indicazioni del Ministero della salute e delle istituzioni competenti in materia di privacy. L’emergenza che il Paese sta vivendo e i provvedimenti emanati dal Governo per il contenimento del contagio da coronavirus non giustificano coloro che metteranno in atto controlli indiscriminati che potrebbero appunto ledere la privacy degli individui. Per questo motivo Gruppo Aura, in partnership con Vodafone Italia, propone un sistema automatico e non invasivo, pienamente conforme con la normativa GDPR, per prevenire l’accesso all’interno di ambienti chiusi, come centri commerciali, uffici pubblici, grandi magazzini, negozi… da parte di persone con una temperatura corporea superiore alla norma o in assenza di mascherina (DPI). La soluzione Body Temperature proposta da Gruppo Aura è in grado, nel pieno rispetto della privacy e dei DPCM emanati dal Governo, di rilevare la temperatura di un singolo individuo o di più soggetti contemporaneamente (fino a 30 persone), con una precisione di +/-0,3° C. Ed è inoltre in grado di generare un allarme acustico/visivo in caso di rilevazione di temperature superiori alla soglia impostata (37,5°C) o in assenza di mascherine. Tutte le soluzioni anti Covid-19 proposte (“Body Temperature Screening Base” e “Multitemperature Screening”) vengono consegnate chiavi in mano, e i clienti che si affidano a Gruppo Aura sono seguiti in tutte le fasi di installazione e configurazione iniziale del servizio.
Gruppo Aura Press

Cellulare all’estero: tutto quello che avreste voluto sapere, ma che non avete mai osato chiedere

L’uso del cellulare all’estero ha sempre evocato, nell’immaginario collettivo, scenari apocalittici: il terrore di ritrovarsi con i costi telefonici fuori controllo. Anche oggi, nonostante siano cadute certe barriere, molti temono di usare lo smartphone fuori dai confini nazionali per paura di andare incontro a una spesa elevata. Vediamo perché non è più così.

Roaming: utilizzare il cellulare nell’Unione europea

Il 15 giugno 2017 rappresenta una data storica per la telefonia mobile, perché è il giorno esatto in cui è stato abolito il roaming – i costi extra per l’uso del cellulare all’estero – all’interno dei 28 Stati membri dell’Unione europea. Tuttavia, ancora oggi, a distanza di oltre due anni dall’introduzione di questa novità, che ha fatto esultare che viaggia spesso all’estero, un po’ meno le compagnie telefoniche, c’è ancora molta confusione tra i clienti della telefonia aziendale, sui meccanismi che regolano l’uso del cellulare fuori dai confini nazionali. Vediamo quindi insieme un breve ripasso delle regole, così da evitare sgradevoli sorprese nel conto telefonico. Ignorantia legis non excusat.

Quali e quanti sono i paesi compresi nell’Unione europea

Cominciamo col vedere quali e quanti sono effettivamente i paesi che un operatore come Vodafone, ad esempio, fa rientrare nell’Unione e nel vostro diritto di utilizzare il cellulare in queste zone come se foste in Italia. Eccoli qua, signore e signori. Lista dei paesi compresi nell’Unione europea: Austria, Belgio, Bulgaria, Caraibi Francesi, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gibilterra, Gran Bretagna, Grecia, Guernsey, Guyana Francese, Irlanda, Islanda, Jersey, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta (escluso Malta Marittimo), Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Réunion, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria. Notate qualcosa? Per ora lasciate stare, ci torneremo dopo a questa lista. Quello che dovete sapere è che in tutti questi paesi i minuti, gli SMS e i Giga inclusi nella vostra offerta possono essere utilizzati come se foste nel salotto di casa vostra a Cernusco sul Naviglio. O quasi. “Ma sempre nel rispetto delle politiche di utilizzo corretto”. Questa dicitura, che tutti gli operatori inseriscono nelle loro condizioni contrattuali, sta ad indicare che vi dovete scordare di andare, col vostro telefonino italiano, a sollazzarvi nella Guyana Francese per 6 mesi all’anno poiché violereste le suddette politiche di utilizzo corretto. E la tintarella vi costerebbe cara. Ecco cosa recita Vodafone in proposito sull’uso del telefonino in Europa: Per usufruire della Sua tariffa nazionale anche all’interno dei paesi della Unione europea dovrà:
  • Provare di avere un legame stabile con l’Italia (c.d. stable link), qualora venisse richiesto, dimostrando di avere una P. IVA Italiana e la sede legale in territorio nazionale.
  • Rientrare nei limiti di utilizzo corretto del traffico dati stabiliti dal Regolamento per i piani con traffico dati incluso (c.d. Fair Usage Policy).
  • Utilizzare il servizio in modo non anomalo o abusivo. A tal fine il regolamento stabilisce che gli operatori monitorino che la presenza del cliente sul territorio nazionale sia prevalente rispetto alla sua presenza in Europa, e che il traffico roaming effettuato dal cliente in Europa, all’interno di un arco temporale continuo di almeno quattro mesi, sia usufruito in misura inferiore al 50 % del traffico totale effettuato. (c.d. Monitoring).
È tutto chiaro? Cristallino, direi. Qualora non rispettaste questi parametri, Vodafone (così come tutti gli altri operatori) potrebbe applicare un sovrapprezzo ai servizi in roaming anche se vi trovate all’interno della Ue. Ma torniamo alla lista dei paesi compresi nell’Unione europea. Vi siete accorti che alla lettera “S” ne manca uno molto vicino a noi? Esatto, la Svizzera non è inclusa e se vi recate spesso in quel paese fate attenzione che il vostro piano tariffario includa gli amici elvetici perché, di base, il traffico voce e dati in quell’area è a pagamento.

Cosa sono e come vengono tariffate le chiamate internazionali

Questo è il tema su cui noto c’è maggior confusione. Cercherò quindi di semplificare al massimo l’argomento, ma senza tralasciare dettagli importanti. Allora, cominciamo col dire che le chiamate internazionali sono tutte quelle telefonate che partono dall’Italia verso un qualunque paese straniero: Ue o extra Ue. Fin qui tutto facile. Ma se dall’Italia chiamate un cellulare italiano che si trova, per esempio, a Parigi: questa è considerata una chiamata internazionale? No! Non è una chiamata internazionale e a voi non costa nulla, in qualunque parte del mondo si trovi codesto cellulare italiano che state contattando: Parigi, Berlino, Sudafrica… Le chiamate internazionali sono quelle che prevedono una telefonata verso un numero di rete fissa o di rete mobile straniero. Se invece di chiamare il cellulare del vostro amico italiano che si trova a Parigi, aveste chiamato il centralino dell’Hotel Ritz, dove egli alloggia (il vostro amico è uno che se la passa bene), allora sì che avreste effettuato una chiamata internazionale. Ma non avreste comunque speso un centesimo perché Parigi rientra nei paesi dell’Unione e tutte le telefonate all’interno dell’Unione, come ormai avrete capito, sono incluse nel vostro piano tariffario italiano. E se questo piano prevede una tariffa flat, potrete tranquillamente fare nottata al telefono col vostro amico. Diverso è se effettuate una chiamata internazionale verso un paese fuori dall’Unione (telefonate extra Ue). Se per lavoro, o per piacere, fate spesso chiamate verso numeri di rete fissa o di rete mobile stranieri, allora assicuratevi di avere una tariffa telefonica che comprenda questo tipo di traffico. Le soluzioni ci sono e sono alla portata di chiunque, ormai.

Il roaming entrante e il roaming uscente fuori dall’Unione europea

Ecco, qui le cose cominciano a complicarsi un po’, ma niente paura. Se in Europa, come abbiamo visto, potete scorrazzare liberamente col vostro cellulare come foste in Italia, fuori dall’Europa invece siete soggetti ai costi di roaming, i quali variano da operatore a operatore e da paese a paese. Un elemento da tener sempre presente, che a quanto pare a molti sfugge, è che fuori dalla Ue si paga anche per le telefonate ricevute: roaming entrante. Ergo, il roaming uscente sono le telefonate che fate voi. Sì, anche se chiamate un cellulare italiano siete soggetti al roaming uscente; sì, anche se vi chiama mammina per sapere come state, lei non paga nulla, ma voi pagate il famigerato e fastidiosissimo roaming entrante. A meno che non abbiate attivato un’opzione che vi copra per il traffico telefonico extra Ue.

Roaming in Nave: quello che non ti aspetti

Vediamo ora una situazione un po’ al limite, se vogliamo, ma su cui vi invito a mettere una punta di attenzione. Ogni volta che nell’anima vi scende come un novembre umido e piovigginoso e decidete che per farvi passare il malumore e la malinconia ci starebbe bene una bella crociera, sappiate che in questo caso sarete soggetti al Roaming in Nave. Con questo servizio potrete utilizzare il vostro fidato cellulare per effettuare e ricevere chiamate, inviare e ricevere SMS o navigare in Internet mentre siete in traghetto o vi trovate su una splendida nave da crociera. C’è solo un piccolo dettaglio: usare il cellulare in queste situazioni ha un costo non indifferente. Ogni operatore ha le sue offerte, ma mediamente è una comodità piuttosto onerosa. Quello che forse non sapete e se anche lo sapete vale la pena ricordarlo, è che il Roaming in Nave (quella “R” che improvvisamente vi compare sul display del telefonino) scatta anche se siete fermi, ancorati in un porto italiano e alla portata di un ripetitore terrestre. In sostanza, quando mettete piede su una nave da crociera, l’unico modo per sfuggire al roaming in nave e al suo salasso è quello di disattivare questa funzione agendo direttamente sulle impostazioni del telefonino.

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